Moda e arte che vanno a braccetto: da Fendi a Diego Della Valle, un trend tutto italiano
Fendi for Fountains. Ebbene sì: ha anche un nome l’iniziativa della nota casa di moda italiana che ha permesso, con l’esborso di oltre due milioni di euro, il restauro della Fontana di Trevi a Roma. Con l’annuncio del completamento dei lavori, a maggio del 2015 l’acqua è tornata a sgorgare dal monumento simbolo della Dolce Vita, dotato ora anche di illuminazione led. In occasione dell’inaugurazione, è giunto l’annuncio da parte della maison della decisione di contribuire al restauro di altre quattro fontane di Roma, ovvero quella del Mosé, la fontana del Gianicolo, il Ninfeo del Pincio e la fontana del Peschiera. Un «atto d’amore di Fendi verso Roma» ha affermato l’amministratore delegato Pietro Beccari; «è nostro dovere rendere omaggio alla città che è parte integrante del patrimonio creativo di Fendi» ha aggiunto Silvia Venturini Fendi.
Il restauro show di Fendi a Fontana di Trevi
La particolare struttura di ponteggi con pannelli trasparenti ha, per altro, consentito a cittadini e turisti, accorsi numerosi e curiosi, di assistere ai lavori in corso. In molti sono “entrati” nel cantiere durante quello che è stato ribattezzato “restauro show”. Ciò ha permesso di vedere la fontana da una prospettiva insolita e nuova. A questo restauro di tendenza sono stati dedicati un sito web e un’applicazione per smartphone, per permettere a tutti i visitatori di scattare un selfie e ricevere un poster della Fontana di Trevi con la propria foto.
Non finisce qui, infatti il fotografo Karl Lagerfeld ha ritratto, in un progetto esclusivo per Fendi, le più belle fontane romane. Di tale iniziativa, intitolata The Glory Of Water, fa parte anche il restauro della pellicola Histoire d’Eau – Storia dell’Acqua, diretta da Jacques de Bascher nel 1977, il primo fashion film in assoluto.
Roma si rinnova con Diego Della Valle e Bulgari
Ancor prima di Fendi, a fare clamore è stato il caso del gruppo di Diego Della Valle, patron della nota azienda Tod’s, che ha finanziato i lavori di ristrutturazione del Colosseo con 25 milioni di euro. «Restaurare un monumento così importante, che è simbolo dell’Italia nel mondo, attraverso una forte sinergia tra pubblico e privato, è un esempio che vorremmo venisse seguito da altri, a partire dalle grandi realtà imprenditoriali italiane» ha sottolineato Diego Della Valle.
Bulgari, invece, ha favorito i lunghi lavori di restyling della scalinata di Piazza di Spagna a Roma, con la donazione di un milione e mezzo di euro.
Moda e arte, le sovvenzioni nelle altre città italiane
La Capitale non è l’unica a vantare episodi del genere. Pitti Immagine ha sostenuto i costi del restauro del dipinto “Davide con la Testa di Golia” di Carlo Dolci (considerato il maggior pittore fiorentino del Seicento) nell’ambito del progetto Rivelazioni Finance for Fine Arts. Questo prevede il recupero di un ciclo di 21 affreschi della Pinacoteca di Brera e di 10 opere d’arte. «La Pinacoteca di Brera – ha affermato il presidente di Pitti Immagine, Gaetano Marzotto – vanta una delle collezioni d’arte più importanti d’Europa: siamo onorati di far parte di un progetto così meritorio».
Original Marines, il brand campano di abbigliamento sportswear, ha aderito al progetto Monumentando Napoli. In tal modo ha sponsorizzato il restauro della storica Fontana della Maruzza, in via Marina. Questa si trova nei giardinetti della chiesa di Santa Maria di Portosalvo ed è considerata un simbolo della cultura partenopea. «Siamo felici di aver aderito a questa iniziativa – ha commentato Domenico Romano, direttore marketing dell’azienda – che ci permette di partecipare alla protezione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico partenopeo. Original Marines da sempre sostiene la creatività e Napoli è certamente una delle città d’arte più ricche di opere, simbolo delle potenzialità del genio creativo umano».
Il mecenatismo rivive nelle partnership tra moda e arte
Che sia per ritorno d’immagine, per beneficiare di incentivi fiscali o per sincero interessamento all’arte nostrana, gli stilisti italiani si impegnano sempre di più nel recupero dei beni culturali del Paese. Il mecenatismo è senz’altro un fenomeno tutto italiano e se nel Rinascimento trovavamo i grandi signori e i papi come protettori degli artisti, nel ventunesimo secolo a ereditare tale “carica” sembrano, appunto, le case di moda.
D’altronde il Belpaese è in testa alla classifica delle nazioni con maggior numero di siti d’interesse culturale iscritti nel patrimonio mondiale dell’UNESCO. La manutenzione degli stessi, però, non sembra essere la priorità per lo stato italiano, che lamenta la mancanza di fondi.
Nei paesi di cultura anglosassone, il “mecenatismo diffuso” va per la maggiore e costituisce, da più di un secolo, uno dei principali canali di finanziamento delle attività culturali. Una pluralità di donatori sostituisce il singolo protettore delle arti del passato. È più raro, quindi, sentir parlare di un’unica grande azienda che sponsorizza il restauro di opere d’arte o architettoniche.
Candy Valentino