Italian Hospitality Network, le proposte per un’ospitalità “alternativa”
L’Italia vanta un’antica tradizione legata all’ospitalità. L’oste, il distillatore, il produttore di vino, il commerciante di prodotti alimentari, testimoniano una storia fatta di studio, ricerca, scoperta e applicazione di tecniche nuove, socialità e condivisione. Proprio questo patrimonio di tradizioni, tramandate di generazione in generazione, ha fatto sì che il nostro Paese divenisse nel tempo il punto di riferimento per la cultura, l’enogastronomia e il turismo a livello mondiale.
I rappresentanti di queste eccellenze del made in Italy si sono uniti nel progetto Italian Hospitality Network, lanciando una serie di proposte per far ripartire il settore dell’ospitalità in Italia.
Il settore al quale sono legate queste attività è di grande importanza per l’Italia anche da un punto di vista economico. La realizzazione di questi servizi, dal comparto agricolo ai fornitori, passando per le grandi aziende fino ad arrivare i professionisti che assistono le strutture di ospitalità, rappresenta, infatti, un indotto importante.
Chi ha aderito a Italian Hospitality Network?
Le realtà che hanno aderito sono unite dallo stesso spirito di predilezione per la qualità e attenzione particolare al rispetto della filiera e alla sostenibilità ambientale. Al momento, tra i partecipanti ci sono oltre 200 aziende, imprenditori e professionisti tra:
- ristoranti,
- cuochi e chef,
- cocktail bar,
- enoteche,
- mescite,
- bartender creativi,
- camerieri esperti.
Gli aderenti hanno proposto delle soluzioni alternative a quelle “standard” per riprendere le loro attività in sicurezza ed evitare una nuova diffusione del COVID-19 nel Paese.
Il progetto è stato un’occasione per evidenziare ancora una volta il valore sociale e comunitario rappresentato da questi luoghi. Gli spazi dedicati alla ristorazione non sono solo luoghi di consumo, ma anche di crescita culturale ed economica.
La ripresa del settore dell’ospitalità dopo il lockdown
Ora che il lockdown si è concluso e la vita notturna delle grandi città come Roma riprenderà, è importante creare un dialogo costruttivo tra le realtà legate al settore dell’ospitalità. L’obiettivo primario dovrebbe essere quello di creare ricchezza, lavoro, occasioni di socialità ed educare ad una nuova cultura del bere e mangiare.
Il gruppo ha inoltrato una serie di richieste a Governo, Comune e Regione affinché le professionalità affermate del settore possano aiutare le istituzioni a definire le nuove strategie e le procedure a cui attenersi per la ripresa lavorativa dopo il Coronavirus.
Candy Valentino