Celeste Pisenti. Tra storia, architettura e moda
La presentazione della collezione primavera/estate 2018 di Celeste Pisenti è ispirata al Parco del Vittoriale degli Italiani, luogo unico, creato da D’Annunzio sul Lago di Garda dove è ambientato il video girato dal regista Marco de Giorgi. Un parco stupefacente dall’atmosfera esotica, costellato da interventi architettonici di rara bellezza come il teatro all’aperto, la maestosa Nave Militare Puglia, inserita nel verde e circondata da cipressi, il Mausoleo, il Museo D’Annunzio Segreto e ancora piazze, vie, giardini e corsi d’acqua.
Come hai conosciuto questa particolare location? Conoscevo il Vittoriale attraverso i libri di storia ma la prima volta che visitai il Parco, diversi anni fa, mi resi conto di quanto la realtà potesse superare l’immaginazione. Provai grande stupore, incanto e il desiderio di scoprire ogni particolare e significato di questo progetto grandioso. Sono tornata diverse volte da allora, anche in occasione del programma di concerti organizzato nell’anfiteatro del parco, come quello di David Byrne: davvero indimenticabile. Girando questo video ho realizzato uno dei miei sogni grazie a Giordano Bruno Guerri, Presidente della Fondazione il Vittoriale
In che modo il luogo ha influenzato la presentazione della collezione? La composizione ricca di contrasti e al contempo incredibilmente armonica di questo parco mi ha ispirata molto, spingendomi ad immergermi nella ricerca e nello studio del processo creativo Dannunziano per scoprire particolari affascinanti e retroscena che rendono perfettamente coerente il connubio di una natura rigogliosa, a tratti esotica, con cimeli di guerra maestosi e ricchi di storia. I contrasti durezza/sogno, purezza/mistero, realtà/illusione sono stati lo stimolo immediato per raccontare la collezione in questo video che vede la protagonista immergersi in un mondo onirico attraverso il sogno: come un’Alice contemporanea.
Celeste Pisenti, “enfant prodige” della moda, ha iniziato la sua carriera lavorando come Joung Designer per Ennio Capasa da Costume National, poi da Moschino e in fine per Blumarine come Art Director e stylist della collezione Blugirl fino al 2006. Nel 2003 ha lanciato la sua raffinata collezione Celeste All That, 100% Made in Italy, ispirata ai personaggi femminili più interessanti del cinema, attraverso abiti dai colori sorbetto.
Dopo una pausa dalla moda che l’ha vista impegnata come interior designer nel restyling per dimore di prestigio a Milano, Venezia e Roma ed occasionalmente come modella speciale per video, fotografie e performance metafisiche – Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Daniele Innamorato, Federico Lombardo, Valerio Rocco Orlando, Andrea Salvatori e Nicola Verlato – nei giorni scorsi l’eclettica stilista di Milano ha rilanciato il suo brand con il nuovo nome Celeste Pisenti ed una nuova distribuzione da parte di Milk Showroom a Milano, uno spazio multi-marca che offre una piattaforma che lascia i designer liberi di esprimere la propria visione della moda, raccontando una storia. Il nuovo inizio di Celeste Pisenti è ricco di idee e progetti.
Ho ritrovato nella tua nuova collezione alcune caratteristiche tipiche del tuo stile che avevo notato in passato e ho letto che avete usato il termine “neo-bolidiste” in riferimento alle tipiche maniche di alcuni top e abitini: come mai il riferimento al bolidismo? Ti sei ispirata al concetto di linee curve di quel movimento? L’architettura è uno dei miei principali interessi, i miei abiti dalle linee semplici e pulite sono anche ricchi di dettagli sartoriali e alleggeriti da forme che riportano al dinamismo curvilineo della corrente bolidista, un’evoluzione del futurismo che gli diede vitalità, dinamismo e movimento grazie all’integrazione di forme più fluide, come se fossero linee rette modellate dal vento.
I segni distintivi del brand sono l’immagine fresca, le shilouettes semplici, i miniabiti d’effetto, le grandi ruche su maniche, nastri ricamati giapponesi; gonne, top camicie e piccoli jilet militari ricamati nei colori sorbetto – bianco, giallo, lampone, orchidea, acqua, menta e rosa in tessuti di altissima qualità, dalle sete pure duchesse, georgettes e crépe ai Jaquard fancy e organze ricamate a motivi floreali che ricordano i labirinti.
Presentate alcuni “abiti iconici” contemporanei – super corti o lunghi dominati dal colore – come indumenti che spezzati diventano oggetti quotidiani. Secondo te la tua è davvero una collezione per ogni momento della giornata? Quale ragazza immagini possa indossarla, se hai un pubblico di riferimento? La collezione è improntata sul “coktayl party”, quindi il mio riferimento femminile è senza dubbio la donna cosmopolita, attenta alla moda, con una vita sociale di un certo tipo, ma anche colta, che possa apprezzare i riferimenti storici e simbolici di questa collezione, riconoscere la qualità dei tessuti e che ami indossare solo capi speciali e ben costruiti. Le mie clienti finali molto spesso diventano mie amiche per questa sinergia particolare di gusto ed interessi. Sono donne che amano la propria femminilità, seducenti ma mai volgari, sempre con un allure raffinata e consapevole. Tutti i modelli di camicie in seta colorata possono essere portati anche di giorno in qualunque occasione.
Come si sta evolvendo il tuo lavoro, quali sono i progetti futuri? La nostra distribuzione oggi è principalmente in Italia nelle boutique multibrand di lusso che affiancano le prime linee come Gianbattista Valli, Chloe, N21 Alberta Ferretti, Valentino e a marchi di ricerca. Siamo molto seguiti su Instagram e le richieste da questa piattaforma ci hanno spinto a voler creare il nostro primo shop-on line che sarà pronto entro Dicembre.
Pubblicato su West 46th Mag