Il kilt è una delle “mode” più longeve
Quante volte le tradizioni più radicate di una nazione sono, in realtà, originarie di un’altra? È il caso del kilt, un indumento che la maggior parte di noi associa immediatamente alla regione scozzese ma che in realtà è stato ideato da un tedesco. Thomas Rawlinson, infatti, imprenditore della Germania (proprietario di fornaci per la fusione del minerale di ferro) trasferitosi nelle Highlands e avendo appreso la cultura del luogo, da vero antesignano del “fashion business” operò una grande azione commerciale e inventò, così, una tradizione. Questo magari affievolirà leggermente il fascino folcloristico del kilt, ma la sua storia rimane comunque interessante. Rawlinson, osservando gli operai che abbattevano gli alberi per fornire la legna alla sua fornace di Inverness, pensò di semplificarne l’abbigliamento da lavoro per renderlo meno ingombrante. Gli uomini della classe meno abbiente, all’epoca, portavano un lungo plaid che copriva tutto il corpo e veniva stretto in vita, il quale rendeva più agevole rispetto a dei pantaloni la marcia nella brughiera ed è da questo che l’imprenditore trasse ispirazione.
Il kilt, nella sua versione originale, consiste dunque in un pezzo di stoffa arrotolato intorno alla vita ed allacciato; anticamente era lungo abbastanza da essere appoggiato fin sulla spalla e la parte superiore si poteva regolare a seconda del tempo atmosferico, della temperatura o delle esigenze di libertà di movimento. In genere è realizzato in tartan, tessuto costituito da strisce orizzontali e verticali in diversi colori dette “sett” disegnate su uno sfondo colorato, la cui origine è ben più antica di quella del kilt e distingueva fra loro le diverse tribù (clan) in cui erano divise le popolazioni degli Highlands scozzesi. Il tartan oggi si trova nelle migliori collezioni di design, negli articoli per la casa e nei negozi delle vie principali dedicate allo shopping – per fare un esempio, appare anche nelle ultime creazioni di Vivienne Westwood.
Il kilt veniva indossato senza indumenti intimi insieme ad uno sporran, una borsetta di cuoio utilizzata per trasportare denaro.
Ora viene confezionato come una gonna a portafoglio, con una parte tesa davanti, dove avviene la sovrapposizione e una con pieghe plissettate. Lo tengono chiuso dei lacci di pelle con fibbia e una grossa spilla di sicurezza (kilt pin).
Col tempo questo gonnellino divenne molto popolare, dopo essere stato scelto dai reggimenti delle Highlands che servivano nell’esercito britannico e cominciò ad essere usato anche per distinguere una famiglia da un’altra grazie al differente colore e disegno; attualmente in Scozia è utilizzato come abito da cerimonia ma lo si vede anche in occasione dei Giochi delle Highlands (lo portano atleti e spettatori) mentre danzatori e musicisti lo mettono durante i ceilidh.
Nella moda femminile, ormai, ci si riferisce alla gonna corta a pieghe, realizzata in lana con il tipico disegno scozzese, anche chiamandola impropriamente kilt e in Scozia, nei negozi rivolti al turismo, una gran quantità di souvenir ripropone versioni a basso costo di questo tipico indumento.
Pubblicato su West 46th Mag